Massimo Polidoro, complottismo e minestroni evitabili

Un breve inciso per evitare equivoci.Apprezzo Massimo Polidoro per l’impegno profuso nella demistificazione delle bufale. Operazione più che mai necessaria in questi ultimi anni in cui la confusione su molti presunti misteri regna sovrana. Tante, troppe sono le disinformazioni circolanti in Rete per restare impassibili di fronte a tale scempio.L’immaginario popolare e non ha moltiplicato e riprodotto frottole (per usare un termine gentile) come non si era mai visto e sentito. Inutile dire che Internet con tutti i suoi potenti mezzi ha permesso e permette la diffusione senza limiti aggiungendo confusione a confusione, sia nelle faccende futili sia in quelle di eminente importanza: dal cospirazionismo (complotti di tutti i generi a volte molto gravi per l’effetto di alterazione della realtà) alla pretesa delle pseudo scienze di prospettare verità più alte e, passatemi il termine, antisistemiche (perché la scienza è tutta e solamente al servizio del potere, ovviamente, come se non esistessero “poteri” antagonisti tra loro).In proposito anche una disamina minima richiederebbe parecchio spazio, ma per maggiore chiarezza faccio un breve accenno.Consiglierei intanto la lettura di questo articolo per farsi un’idea della questione:

https://www.micromega.net/pandemia-postmoderna/

Cito un estratto: «A partire da un certo periodo il richiamo all’esame di realtà è liquidato come residuo di positivismo. Da qui la sfiducia nei saperi costituiti, nelle scienze esatte, in tutto ciò che è il cosiddetto “pensiero competente”. Le conoscenze esatte vengono degradate a miti condivisi e i miti rivalutati come forme universali di conoscenza. Astronomia e astrologia, per esempio, divengono due “tradizioni”, due tribù culturali con eguale dignità, benché l’astrologia sia sicuramente più interessante, perché pre-moderna e democratica, non chiusa alla pratica per le persone non scientificamente competenti. Quindi, l’immunologo e l’idraulico che si informa su facebook si equivalgono, ma del primo è bene dubitare di più, con la sua pretesa antidemocratica di oggettività.».

Cosa accade seguendo la logica del “tutti hanno ragione”? Non è più possibile dimostrare una “verità” per quanto relativa possa essere.E’ vero che non esistono verità assolute ed eterne, ma questo non significa che non ne esistano. Il fatto che si sia scoperto il cosiddetto entanglement quantistico non ci impedisce di misurare esattamente la velocità di un mobile se conosciamo lo spazio percorso e il tempo impiegato a percorrerlo. Esiste una fisica che va oltre il conosciuto? Esistono veramente le superstringhe e undici dimensioni come propone una parte della fisica (si veda a tal proposito Edward Witten)?Non penso che questi interrogativi possano rientrare nelle competenze di ignoranti come me e come tanti altri: cioè la maggior parte della popolazione. Cosa significa che non posso parlare di niente? No, ma non ho la pretesa di esprimere opinioni a riguardo.E perché mai chi non studia immunologia, virologia o altre scienze dovrebbe avere la pretesa di giudicare ciò che è vero e ciò che è falso in questi campi?Tutt’al più potremmo esprimere opinioni sull’uso politico delle informazioni, ma questa è tutt’altra cosa. E comunque tengo a sottolineare che resterebbero nel limbo delle opinioni a meno che non si abbiano competenze sufficienti per discuterne in modo serio.

Allora la verità esiste o no?Risposta: dipende. Esiste, ma può essere migliorata. In un dato momento può esserci una verità che è migliore di altre (che non significa più utile, come vorrebbero i pragmatisti). Quella è la verità. Pur non essendo né eterna né assoluta.Ma non è certo il singolo individuo a stabilire quale sia la migliore. Quella è solo presunzione e arroganza. L’evoluzione e la storia daranno le risposte.Questa confusione sulle verità crea a sua volta una confusione estremamente grave (come mette in rilievo Luigi Corvaglia nell’articolo citato): l’antagonismo in questo senso crea il dogmatismo e trasforma la critica in totalitarismo.Peggio. Confonde il vero antagonista in un opinionista qualunque e la critica finisce per essere posta tutta sullo stesso piano come se fosse stato realizzato il tanto decantato sincretismo antagonista molto caro ad Hakim Bey (si veda per es. Millenium) tanto per fare un nome.Dove tutto è confusione non esiste più critica ponderata o complottismo e diventa facile in tal modo reprimere il dissenso. E’ sufficiente etichettarlo come impostura. La notte dove tutte le vacche sono nere.

Passo alla questione centrale.

Dopo aver visto su Youtube due specifici video del noto Massimo Polidoro non sono riuscito a resistere alla loro critica.I due video sono rispettivamente:

https://www.youtube.com/watch?v=CwErwnTMbl0https://www.youtube.com/watch?v=LZ5fUhCzwXA

Sono due interventi estremamente delicati (nel senso che sarebbe stato meglio non cimentarsi, da parte sua, ad affrontarli) che implicano (non è un termine scelto a caso) non solo scenari politici complessi, ma anche visioni e ideologie economiche e politiche divise da enormi spartiacque che scivolano in terreni paludosi in cui si rischia non solo di uscirne con difficoltà, ma addirittura di restarne impantanati e non uscirne affatto.Cercherò di essere il più breve e conciso possibile pur sapendo che ciò è quasi impossibile.Inizio dal primo, ma non per qualche ragione particolare.

Il dottor Cottarelli è un “rappresentante” di una concezione economica e politica molto specifica di cui si conosce bene l’appartenenza. A questo riguardo mi chiedo: «perché intervistare proprio un personaggio di questo tipo?».Credo che solo per la ragione che il FMI ha determinato (nel senso pieno del termine. Avrei potuto usare la parola imposto) scelte politiche ed economiche discutibili e dubbie, gli effetti credo non siano affrontabili in questa sede, sarebbe stato meglio non tirarlo in ballo.Forse si potrebbe chiedere alla popolazione greca cosa ne pensa del FMI o ad altri paesi, per esempio l’Argentina.Sarebbe possibile fare un elenco interminabile di citazioni, ma siccome questo elenco prenderebbe in considerazione dati alternativi al mainstream, mentre intendo abbordare il discorso da un lato diverso, mi limito a segnalare due scritti abbastanza superficiali. Il primo è un articolo abbastanza banale, l’altro è tratto da una piccola tesi:

https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-06-05/ammette-sono-stati-commessi-183544.shtml?refresh_ce=1https://tesi.luiss.it/3250/1/mutone-tesi-2009.pdf [pag. 44]

Personalmente credo poco ai tardivi pentimenti. Assomigliano tutti un po’ alle lacrime di coccodrillo della professoressa Fornero. Ma tant’è.

Per quanto riguarda l’attendibilità delle misure economiche degli ideologi della scienza economica borghese sarebbe richiesto uno spazio di cui qui non posso disporre. Per questo motivo affermo aprioristicamente che ogni terapia e medicina economica messa in atto da chi cerca di tenere in vita questo sistema guarda caso produce sempre effetti che tengono in vita sempre gli stessi (speriamo non siano immortali) e sacrifica i sacrificabili.Ecco…forse se si fosse cercato di intervistare un luminare dell’economia (categoria a cui non appartiene Cottarelli) un pochino più attendibile e meno schierato, forse, l’intervento sarebbe stato più interessante.Mi perdo ancora a esaminare superficialmente una risposta del tutto arbitraria e banale del dott. Cottarelli, che dice più o meno così: «negli anni ‘80 non avevo l’artrite e non mi faceva male la spalla destra.».Allora…non intendo essere maleducato verso il dottor Cottarelli, ma potrei esserlo.Intanto il linguaggio è demagogico. Sarebbe stato meglio dire non avevo la spalla dolorante, ma è chiaro che dovesse usare un linguaggio idiomatico (dunque popolare). L’intervento demagogico del Cottarelli prosegue poi in modo ancora peggiore.

Qualche giorno fa, ma non per finzione (o funzione) letteraria, avevo tra le mani una fotografia che mi ritraeva all’età di 27 anni (ora ne ho 67 purtroppo) seduto su di uno scoglio abbracciato ad una carinissima ragazza dagli occhi azzurri. Potrei dire che la mia nostalgia per il passato non riguarda il fatto che allora non avevo “male” alla spalla (di cui soffro in questo periodo, purtroppo), ma per ben altri motivi, com’è facile immaginare.Ma se l’appunto fosse tutto qui sarebbe solo una banale battuta come quella del dottor Cottarelli, che può suscitare ilarità solo se fatta dal dottor Cottarelli. In realtà se l’avessi fatta io sarebbe stata ritenuta semplicemente un’idiozia (a ragion veduta).La questione è che il dottor Cottarelli da buon economista avrebbe dovuto almeno fare cenno ad alcuni dati economici e sociali.Faccio solo un’osservazione: è vero che gli stipendi negli anni ‘70, e mi limito all’Italia, erano in proporzione più bassi di quelli odierni (anche a prescindere dal fatto che è avvenuto un declino generalizzato dal 2008), ma negli anni ‘70 le famiglie non avevano 2/3 macchine di proprietà, cellulari del costo di 1,000€, computer e televisioni ad ogni stanza. Beni voluttuari che letteralmente “mangiano” una parte non indifferente del salario.Non prendiamo poi in considerazione altri parametri o criteri per definire la “soddisfazione di vita”. Tema molto complesso.

Ora, non sono certo io a disapprovare la concezione progressista della storia, ma la valutazione del benessere è sicuramente molto più articolata e composita (esistono fiumi di analisi in proposito) da ciò che se ne può trarre dalle banali affermazioni del dottor Cottarelli, che a me personalmente paiono chiacchiere da bar.Un’altra cosa mi ha sorpreso dell’almanaccare del dottor Cottarelli: le affermazioni sull’”età dell’oro”. Mi spiace non avere lo spazio per considerare come meriterebbe questo tema. Qualche argomentazione in più potete leggerla qui:

https://umanitapolitica.blogspot.com/2012/05/redenzione-e-utopia.html

Intanto non si può e non si deve confondere il mito in questione con la semplice e ordinaria idea di qualche elemento culturale di tipo nostalgico. Mi piacerebbe, tra le altre cose, consigliare al dottor Cottarelli l’ascolto di questo podcast:

https://www.raiplaysound.it/audio/2022/02/Fahrenheit-del-08022022-a2fad58a-c98f-4996-954d-030704106cd6.html

E non da ultimo questo testo (ma ne esistono innumerevoli):

https://www.ibs.it/redenzione-utopia-figure-della-cultura-libro-michael-lowy/e/9788833906492

Michael Löwy in questo testo mette in rilievo l’importanza che il mito messianico ha avuto nel corso del xx secolo.Si potrebbe specificare: in una forma d’interpretazione atea figure quali Gustav Landauer, Ernst Bloch, Giörgy Lukács, Erich Fromm e molti altri è da ritenere abbiano influenzato la critica anticapitalistica perpetuando una tradizione di salvazione, o, si potrebbe definire, di conseguimento di una condizione di libertà, di cui è ben difficile datarne gli albori e l’origine.Detto in parole poverissime.Che è, però, ben altra cosa di quella che intende far passare il “nostro” Cottarelli.E’ assurdo e insulso rigirare la frittata scambiando un concetto per un altro.

Il mito dell’età dell’oro è un discorso serio e le battute che si vorrebbero umoristiche sono semplicemente vacue e capziose.Non so quanto possa esserci di vero nelle teorie che vedono un filo rosso nella tradizione salvifica giudaico/cristiana che portano sino al socialismo e a Marx (mi pare condivise anche dal filosofo Umberto Galimberti), ma con qualche artificio speculativo quasi tutta la filosofia politica e sociale (e forse non solo) occidentale potrebbe esservi ricondotta.Soltanto per fare un inciso: il mito dell’età dell’oro ha origini che si perdono agli albori dell’umanità. Ridurre un argomento tanto rilevante culturalmente a un’affermazione vaga e insignificante è, come minimo, ambiguo. La nostalgia per il “tempo perduto che non ritornerà più” ha anche un connotato antropologico oltre che culturale, Credo che se si vuole trattare in modo serio tale nozione non la si possa utilizzare in un discordo sull’economia, tanto meno da un personaggio non “addetto ai lavori”.

La stessa cartografia Tolemaica nasce in Egitto e giunge sino al medioevo trasmettendo la “cognizione del mondo” che era propria di quel paradigma che porta con se il bisogno imprescindibile di redenzione. la nostra cultura, forse addirittura tutto il pensiero utopico, potrebbe essere ricondotto al bisogno di redenzione.Credo sia importante rilevare che la cartografia, potente portato culturale in secoli di storia, non era una scienza sino al ‘400. Le mappe avevano un valore religioso e cosmologico in cui i luoghi venivano rappresentati secondo la fantasia e le teorie che più soddisfacevano un “universo simbolico” dominato (e controllato) dall’ideologia cristiana. Il paradiso terrestre era parte costitutiva della cosmografia e nell’immaginario, una sorta di luogo beato e felice collocato oltre le terre conosciute, solitamente su un’isola più o meno presente in tantissime culture e tradizioni.Ribadisco: se vogliamo parlare di “nostalgia” e di “età dell’oro” lo si dovrebbe fare in modo ponderato e corretto.Qualche mia considerazione in proposito si trova qui:https://umanitapolitica.blogspot.com/2012/05/redenzione-e-utopia.html

Per concludere: non riesco a cogliere cosa ci sia di scientifico nella “chiacchierata” del dottor Cottarelli e per quale ragione dovrebbe essere considerato un intervento di debuncking in qualsiasi senso lo si voglia intendere. Debuncking di cosa? Perché non sa cosa sia Bilderberg?Di certo non è un covo di rivoluzionari o di complottisti, ma basta dare un’occhiata ai membri che ne fanno o ne hanno fatto parte per capire che di certo non si può dire facciano gli interessi della working class.Sempre “guarda caso” è stata fondata da un noto “proletario” che all’appello risponde al nome di Rockefeller che per pura coincidenza (?) è lo stesso nome che ha fondato la Commissione Trilaterale. Di cui il dottor Cottarelli, ovviamente (e perché dovrebbe), anche di questo non sa nulla. Ma che ci stava a fare nell’intervista se non risponde nemmeno a una domanda?Di certo il Gruppo Bilderberg e la Commissione Trilaterale non sono state fondate dai “discepoli” del notissimo satanistai magari massone e cospirazionista giudaico) Karl Marx al contrario il problema era la paura della diffusione del comunismo.E a proposito di satanismo e amenità varie sarebbe interessante demistificare l’affermata bufala dei testi satanici contenuti in una certa discografia.Un testo da cui trarre ispirazione è senz’altro questo:

https://www.libreriauniversitaria.it/taboo-tunes-musica-fuorilegge-blecha/libro/9788879663885

Vengo alla seconda questione.

Mi limiterò a qualche interrogativo a rischio di sembrare del tutto retorico. Non credo debba giustificarne i motivi.Inizio con uno a caso:Come ha creato la Cina l’idea che il virus non fosse letale? Non c’era nessun virus?La Cina aveva isolato Wuhan e si sapeva già da subito. Tutti sanno che il medico che aveva scoperto il virus è morto per il contagio, ma riescono a convincere che il virus non è mortale?Strano.

La mattina prima di entrare in ufficio ascoltavo Radio3 Mondo. Parlo del gennaio 2020 già la prima metà del mese.Si diceva che il problema non era sapere se sarebbe arrivato il virus, ma solo quando sarebbe scoppiata la pandemia anche negli stati uniti. Analisti americani di alto rango sostenevano che la Cina aveva adottato misure medievali, salvo poi applicare e replicare successivamente le stesse misure, oltretutto in ritardo. Forse per pure ragioni economiche utilitaristiche? Certo, che importanza può avere la salute di milioni di presone a confronto della salute economica americana, e di conseguenza del resto del mondo.Tanto che già Trump, mi riferisco sempre al mese di gennaio, aveva chiesto al congresso 2/3 miliardi di dollari per affrontare l’emergenza. Briciole, dicevano i Democratici, che sostenevano ne sarebbero serviti almeno 7/8. Briciole, ovviamente, anche queste di fronte alla tragedia a cui si stava andando incontro.Ho chiesto a Raiplay Sound la possibilità di ottenere i podcast a cui mi riferisco.La risposta è stata questa:

Purtroppo il contenuto da te segnalato al momento non è totalmente disponibile su RaiPlay Sound.Le stagioni precedenti non sono più disponibili perchè sono scaduti i diritti di riproduzioneLa disponibilità dei contenuti su RaiPlay Sound è legata ai diritti di sfruttamento web detenuti da Rai, che incidono sull’offerta editoriale.Per i contenuti in diritti, data la ricchezza della produzione Rai non è possibile avere a disposizione tutti i contenuti contemporaneamente ed immediatamente.Nel tempo la nostra offerta verrà senz’altro ampliata sulla base dei contenuti per i quali la Rai detiene i diritti di sfruttamento web.Ti ringraziamo per la preziosa segnalazione di cui terremo conto nell’elaborare il nuovo piano editoriale.

Unico motivo che mi impedisce di dimostrare quanto sto affermando.

Proseguo.Impreparazione di fronte a casi eclatanti già avvenuti come l’aviaria e la sars?Impreparazione o inefficienza e inerzia che derivano da burocrazia e politiche indifferenti verso la sorte delle “masse”? Mah.

Mascherine e aiuti non tradotti in realtà, cioè non recapitati ai destinatari, dimostrerebbero un complotto e in qualche modo avrebbero lo scopo di confermare che il virus non esiste? O sono semplicemente strategie per esaltare l’immagine dei paesi implicati?Distinguerei tra propaganda e complottismo.L’amministrazione Bush aveva convinto il mondo che Saddam Hussein possedesse armi di distruzione di massa che non sono mai state trovate. Propaganda o complotto?Sì perché o è vera una interpretazione o è vera l’altra. Altrimenti applichiamo due pesi e due misure.Come si legano le bufale sulla falsità dei decessi da covid ad un complotto russo e cinese? Dove sono le prove?Nel processo penale vige la regola che l’onere della prova grava sull’accusa. Non credo sia sufficiente un qualche proclama pur se arriva da un rapporto dell’Unione Europea.In realtà, comunque, il capitalismo non ha bisogno di complotti in generale e nel particolare per la riduzione della popolazione mondiale perché è già per sé stesso il complotto che consiste nella conservazione del sistema di riproduzione del profitto e di conseguenza della propria esistenza a scapito di altri.

La propaganda anti cinese in questi anni recentissimi accusava la Cina, fautrice del 5G, di essere il paese criminale che minacciava la salute mondiale attraverso l’installazione delle antenne necessarie.Mai sentita una voce del mainstream smentire la stravaganza che il sistema 5G sia in qualche modo particolarmente dannoso alla salute. E perché non il 4G?Il problema, tra l’altro, è stato considerato anche sotto un altro aspetto, per esempio:

https://www.corrierecomunicazioni.it/digital-economy/5g-e-aerei-interferenze-reali-o-di-lobby-il-dossier-sul-tavolo-sullasstel/

Mettere in difficoltà le “democrazie” occidentali contro una propaganda decennale anticomunista che continua a ritenere la Cina un paese comunista (sarebbe quasi divertente se non fosse un’idea perversa) a me personalmente non pare un complotto, ma propaganda strategica. Non molto lontana dalla propaganda di guerra. Utilizzata, tra l’altro, in modo puntuale nell’intervento NATO contro la ex Yugoslavia. Non parliamo poi dei democraticissimi paesi che hanno usato i proiettili all’uranio impoverito sempre in quell’occasione.

Mi preme soltanto sottolineare che i cinesi erano visti come gli untori portatori del virus e che per strada la gente cercava di evitarli.Isolare la Cina comunista per indurre il suo governo a crollare è una strategia che dura decenni e ci si meraviglia se ora questa difende la propria integrità territoriale?Sono decenni che si cerca di screditare qualsiasi cosa abbia qualche parvenza di comunismo e di certo i tormentoni non sono ancora finiti nonostante tutto.

A proposito degli approfondimenti leggo, p. es., quihttps://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:52020JC0008&from=EN

soggetti esterni e alcuni paesi terzi, in particolare Russia e Cina, hanno avviato nell’UE, nel suo vicinato e nel resto del mondo operazioni di influenza mirate e campagne di disinformazione incentrate sulla Covid-19, con l’intento di boicottare il dibattito democratico, esacerbare la polarizzazione sociale e migliorare la propria immagine nel contesto della pandemia.Unico riferimento alla Cina, mi pare.E ci sono, ovviamente, anche punti di vista diversi da considerare che andrebbero democraticamente tenuti in considerazione.Mi permetto, contrariamente a quanto dichiarato più sopra, di suggerire un articolo di diverso stampo politico:

https://contropiano.org/news/politica-news/2020/05/14/la-nato-entra-in-guerra-contro-le-fake-news-0127930

Disinformazione e complotto sono due cose diverse!

Proseguo:https://www.repubblica.it/dossier/esteri/parlamento-europeo/2020/06/23/news/fake_news_ue_infodemia-259951041/

Ai primi di marzo il regime cinese è in allarme, il mondo lo incolpa per non avere tempestivamente lanciato l’allarme Covid. Partono le contromisure. Pechino clona da Mosca una nuova forma di disinformazione, cambia i suoi obiettivi: se in passato la propaganda della Repubblica popolare era volta a far guadagnare consenso interno alla sua classe dirigente, ora guarda all’esterno, cerca di creare caos e mistificare.

Nutro forti dubbi che in Cina si siano resi conto di questo fatto soltanto in marzo quando in gennaio già si accusava il paese in questione per aver nascosto il fenomeno del contagio. Che la Cina possa essere ritenuta un paese dove vige un regime dittatoriale è un conto che siano stupidi è un altro.Che la disinformazione si possa ritenere esecrabile non solo sotto l’aspetto giuridico, ma anche sotto l’aspetto morale ed etico è un giudizio sensato, ma come la stragrande maggioranza dei fatti che riguardano le politiche geostrategiche il giudizio passa in un altro piano.Ribadisco a rischio di sembrare noioso: disinformazione (di cui la CIA credo sia la migliore rappresentante) e complotto sono due fatti diversiii e sostituire l’una con l’altro questo sì è fuorviantePurtroppo, non trovo altro termine, è in atto uno scontro che, invece, non è fuorviante chiamare guerra fredda.Per portare un esempio:

https://www.youtube.com/watch?v=q9hEMAVHcIEStati Uniti, Cina, Russia. Chi e come prevarrà fra trent’anni? – Festival di Limes

Ci si dimentica, intenzionalmente o meno, delle guerre a bassa intensità degli Stati Uniti in sud-america. Per esportare una cosiddetta “democrazia” sono decenni che queste geopolitiche mietono vittime.L’aiuto strategico alle opposizioni in sudamerica, per esempio, nel tentativo di abbattere il potere di Maduro per sostituirlo con un partner affidabile fa parte di tutta la politica estera americana.E i tentativi di condizionamento americano sulle politiche europee? Cosa accadrebbe all’Europa se un’improvvisa virata politica allontanasse i governi dalla subalternità all’egemonia economica e politica americana?Cosa accadrebbe in Italia se arrivasse al potere un governo che si dichiarasse comunista? Sarebbe possibile?

https://www.limesonline.com/rubrica/la-basi-usa-in-italia

Non è questa un’egemonia fondata sulla paura?Ci si indigna della disinformazione cinese, ma la subalternità ad un altro paese è tollerabile e del tutto accettata.I negazionisti sono fomentati da occulti manovratori cinesi o forse dalle destre che tentano strategicamente di indebolire i governi?Ci sarebbero anche una serie di altre questioni che richiederebbero un approfondimento.Per esempio:

https://www.iltempo.it/esteri/2021/05/08/news/cina-terza-guerra-mondiale-armi-biologiche-coronavirus-virus-covid-usa-documento-rivelazione-27158792/

Il discorso relativo alla Russia dello “zar” Putin potrebbe seguire la stessa logica di fondo e potrebbe apparire soltanto polemico, e dunque lo tralascio.Faccio solo un breve rilievo.Le strategie geopolitiche sono forse l’esempio più evidente del razionalismo con cui vengono affrontate le questioni statali, ancor più di quanto lo sia il metodo con cui vengono trattati i problemi interni agli stessi dove i conflitti dell’arena politica sono confusi, pasticciati e il più delle volte soltanto demagogici.Rimando alla lettura di questa mia breve recensione de Il Grande Gioco di Peter Hopkirk che si trova in questo sito https://navigarenellavita.wordpress.com/2015/11/27/il-grande-gioco-di-peter-hopkirk/Se si segue la logica di evoluzione della geopolitica russa non si trovano molte differenze strategiche tra la Russia zarista quella sovietica e quella attuale, pur essendo cambiato profondamente il contesto. Ciò che va colto è il senso delle scelte nello scacchiere internazionale. D’altronde ancora oggi, come trent’anni fa quando scoppiò il disastro dell’ex Yougoslavia e ancora prima, gli interessi per i Balcani (si veda la questione balcanica) e per la Serbia da parte della Russia odierna restano più o meno inalterati.Le strategie geopolitiche hanno tutte lo stesso scopo: difendere gli spazi egemonici, possibilmente espandere l’influenza,impadronirsi di risorse e proteggere quelle che si hanno e l’unità nazionale. Non è tutto qui, ma in poche parole questi elementi muovono le geopolitiche di tutti i paesi. Figuriamoci quelle delle principali potenze mondiali: Stati Uniti, Cina e Russia. Uno dei paesi più arruffoni da questo punto di vista è senz’altro l’Italia.In sostanza in geopolitica non esistono buoni e cattivi. Esistono strategie, utilitarismi e “vinca il più forte”. Qui è possibile realmente comprendere l’idea di ciò che è e come si realizza il “rapporto tra forze” che fonda la legge e l’ordine.Il fatto che ognuno a seconda delle ideologie e delle proprie preferenze personali propenda per la vittoria dell’uno o dell’altro è ancora una questione diversa.Non esistono americani buoni e russi cattivi. Esiste lo scontro geopolitico e ognuno fa i propriinteressi e danni. Ciò che accade in Ucraina nel moneto in cui scrivo può essere un caso esplicativo. Significativo è osservare che gli interessi di Russia e Cina coincido forse più di quanto fossero con l’esistenza dell’Unione sovietica nonostante le enormi divergenze politiche tra i due paesi a dimostrazione del fatto che nello scacchiere internazionale contano di più gli interessi generali di quanto possano contare le affinità politiche interne.

È inutile dire che ogni argomento affrontato qui richiederebbe un lavoro monografico a sé dal momento che, diversamente, il numero di off-topic supererebbe un normale grado di tollerabilità.

i estratto da Francis Wheen – Marx Vita pubblica e privata – Ed. Mondadori 2000 pag. 5

 

iihttps://www.google.it/books/edition/Il_declino_dello_Stato/1VhQhXRvNeMC?hl=it&gbpv=1&dq=il+declino+dello+stato&printsec=frontcover

                                                                                                                                    Marco Paquola

Lascia un commento